Il Figlio della Luce (Il Romanzo di Ramses #1)

sfide: serial readers 2011, sono così 2011
Titolo originale: Le fils de la lumière
Autore: Christian Jacq
Anno di pubblicazione: 1995
Editore: Mondadori
Pagine: 409

Iniziato il: 19 giugno 2011
Terminato il: 23 giugno 2011

Valutazione: ★★★
Il toro selvaggio, immobile, fissava il giovane Ramses.
Una bestia mostrusa: zampe grosse come pilastri, lunghe orecchie pendule, una barba dura sulla mandibola inferiore, il mantello bruno e nero. E aveva avvertito la presenza del giovane.

(incipit)

Purtroppo ho commesso l'ingenuità di leggere il secondo volume della saga (oltrettutto ormai l'ho quasi finito) prima di scrivere la recensione di questo libro, così adesso sono in parte condizionata dall'essere a conoscenza degli avvenimenti successivi. E' che questi romanzi, pur essendo abbastanza corposi, filano via fluidi e veloci: sono proprio appassionanti. Questo primo episodio narra della vita di Ramses prima di diventare Faraone e ci presenta un ragazzo bello, atletico, irruento e che in apparenza non sembra proprio fatto per il ruolo che suo padre Sethi prepara per lui: il candidato favorito agli occhi di tutti, infatti, è suo fratello Shenar, un uomo grasso, viziato, subdolo e ambizioso. [SPOILER]Solo verso la fine del volume assistiamo al periodo di reggenza di Ramses a fianco del padre e infine, nelle ultime pagine, ai momenti immediatamente successivi alla morte di Sethi[SPOILER].
Attorno a Ramses ruotano innumerevoli personaggi: la madre Tuya, il precettore Sary, gli amici Mosè (si, proprio quel Mosè: secondo alcune interpretazioni della Bibbia, sembra infatti che fosse proprio durante il regno di Ramesse II che Mosè colpì l'Egitto con le dieci piaghe per liberare il popolo ebraico dalla schiavitù), Ameni, Setau e Asha, la bella Iset e Nefertari, destinata come sappiamo a diventare la grande sposa reale.
Un punto di forza di questo romanzo è sicuramente il fatto che Jacq ci mostra l'umanità di queste figure così austere e misteriose quali sono quelle dei faraoni d'Egitto: a scuola ci descrivono il faraone come un essere di origine divina che sta al di sopra del popolo e del paese che governa, una figura quasi impalpabile e probabilmente questa era davvero l'impressione che faceva al popolo egiziano. In realtà, bisogna ricordarsi che il faraone era prima di tutto un essere umano, e di conseguenza anche lui doveva per forza essere vittima di timori, ansie e paure. Contemporaneamente, la presenza di un retroscena magico composto da rituali, amuleti, luoghi sacri e divinità aiuta a mantenere la figura del faraone in una posizione di confine tra il mondo degli uomini e quello degli dei e lo innalza nuovamente ad un livello superiore (a volte infatti, ho avuto l'impressione che il contesto culturale moderno entrasse a "contaminare" il racconto, ma credo sia inevitabile, a maggior ragione se si parla di una cultura così antica e in gran parte ancora sconosciuta). Una buona dose di intrighi e avventure pericolose aggiungono poi quell'elemento di "suspance" che impedisce al lettore di staccare gli occhi dalle pagine.
L'unica parte del romanzo che mi ha lasciato un po' perplessa e non mi ha convinta fino in fondo è stato l'arrivo di Menelao ed Elena al ritorno dalla guerra di Troia. Diciamo che mi è sembrato in parte forzato, sarà che non amo particolarmente gli intrecci di leggende o di avvenimenti. Anche il fatto che Omero abbia composto l'Iliade in Egitto... mah, non so. Fortunatamente i capitoli riguardanti i greci non sono molti e nel complesso questo primo capitolo della saga mi ha soddisfatto. Avendo già quasi terminato il secondo libro, mi azzardo a dire che "La dimora millenaria" è a mio parere più bello.

Ramses avrebbe conservato nel suo cuore ognuna delle parole pronunciate durante quella notte fuori dal tempo. A officiare non era sua madre, bensì una dea, e l'iniziazione trasportò lo spirito di Ramses nel cuore dei misteri della resurrezione. Più e più volte il giovane vacillò, credette di perdere ogni contatto con il mondo degli uomini e di dissolversi nell'aldilà, ma uscì vincitore da quel singolare combattimento e il suo corpo restò legato alla sua anima.
Con Sethi, l'avvenire era sembrato roseo: bastava ascoltarne i consigli, obbedirgli, seguire il suo esempio. Ai suoi ordini sarebbe stato così semplice e gioioso regnare! Neppure per un istante Ramses aveva immaginato di essere solo, senza quel padre il cui sguardo dissipava le tenebre.

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