di Garrard Conley
Genere: Memoir



Ci stiamo avvicinando al mio periodo preferito dell'anno, e come potevo resistere all'idea di unire il mio amore per i gialli al mio amore per il Natale? Infatti, non potevo, ed è per questo che oggi vi parlo di una delle ultime uscite Oscar Draghi, ovvero "Il Grande Libro dei Gialli di Natale".
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Curatore: Otto PenzlerCurato da Otto Penzler, uno dei più grandi esperti di gialli e mistery, che con le sue raccolte ha vinto diversi premi letterari legati al genere (gli Edgar Awards e gli Ellery Queen Awards), il volume contiene sessanta racconti appartenenti a diversi sottogeneri (giallo classico, noir, mistery, pulp, ecc.). I racconti sono suddivisi in dieci aree tematiche, che permettono di vernire incontro ai gusti di ogni lettore in maniera originale e rendono la lettura estremamente dinamica.
Nella sezione Un piccolo Natale tradizionale troviamo il più classico dei classici tra i gialli di Natale, ovvero Il caso del dolce di Natale di Agatha Christie: una villa nella campagna inglese, la neve, le decorazioni, e un bel furto di gioielli. Ma non sono solo gli autori cosiddetti "classici" a comparire in questa sezione: anche negli anni '70 - '80 e '90 gli autori hanno continuato a giocare con il giallo classico e in questa sezione troviamo racconti di autori come Robert Barnard o Peter Lovesey (la cui serie vittoriana devo assolutamente recuperare al più presto).
La sezione Un piccolo Natale buffo raccoglie storie dai risvolti umoristici e inattesi, come Il Natale di Dancing Dan di Damon Runyon, in cui una rivelazione finale inaspettata mette tutto sotto un'altra luce, oppure un racconto di un autore assolutamente classico, come Thomas Hardy, in cui il protagonista si prende una bella rivincita sui ladri che lo hanno derubato del cavallo.
In buon vecchio Sherlock Holmes non può certo essere escluso da una raccolta del genere e addirittura a lui è dedicata un'intera sezione, Un piccolo Natale Sherlockiano, nella quale viene naturalmente inserito l'immancabile Avventura del carbonchio azzurro di Arthur Conan Doyle, ma che è principalmente dedicata alle avventure apocrife del grande detective, incluse le divertentissime versioni di Peter Todd con protagonisti Herlock Sholmes e il fedele Jotson.
Non mancano poi i delitti della camera chiusa (Serenata per un assassino di Joseph Commings nella sezione Un piccolo Natale pulp) ma c'è spazio anche per le storie che deviano verso i temi del paranormale o del gotico (Un piccolo Natale occulto e Un piccolo Natale spaventoso, forse le mie due sezioni preferite della raccolta) e da qualche parte si trova un posticino anche per i buoni sentimenti (Canto di Natale criminale di Norvell Page nella raccolta Un piccolo Natale pulp è uno di quelli che mi ha fatto più tenerezza).
Completano la raccolta le sezioni Un piccolo Natale sorprendente (che è un po' un proseguimento della scia dei racconti mistery presenti nel volume), Un piccolo Natale moderno (che raccoglie i racconti di autori attivi principalmente negli anni '90 e primi 2000), Un piccolo Natale sconcertante (che contiene alcune storie dal finale inatteso, tra cui un brevissimo racconto di Asimov - che mi è piaciuto molto ma insomma, è Asimov! - e uno di Mary Higgins Clark) e infine Un piccolo Natale classico, che raccoglie alcuni autori per l'appunto classici del genere e chiude in bellezza con un altro racconto della Christie (Una tragendia natalizia).
Ogni racconto è introdotto da una breve nota del curatore sull'autore o sull'autrice e trovo che il bello di questo libro - oltre all'ovvio divertimento di poter trovare al suo interno così tante variazioni sul tema del Natale (e anche sul tema del giallo e del mistery, dato che come abbiamo visto non si tratta solo di racconti polizieschi) - sia anche il suo diventare una fonte incredibile di spunti di lettura che ci possono accompagnare per tutto il resto dell'anno.
Copia Pfd ricevuta dall'editore a scopo di recensione
Ci lasciamo alle spalle (con dispiacere, è vero, ma per amore di coerenza) Katniss, la rivolta, la distruzione di un mondo e partiamo dalle origini. In tutti i sensi, perché questo romanzo non solo racconta la storia del giovane Coriolanus Snow, futuro Presidente di Panem, e della sua scalata al potere ma ci porta alle origini degli Hunger Games come li conosciamo: uno spettacolo di morte che inspiegabilmente attira e affascina tutta la popolazione di Panem, dalla capitale Capitol City all'ultimo dei distretti.
Credo che il merito principale che va riconosciuto alla Collins sia di aver rispettato la propria creazione, complimento non certo scontato in un panorama di letteratura per giovani adulti in cui spesso snaturare una storia in nome del "seguito per forza" è un'abitudine purtroppo troppo ricorrente. Ballata dell'Usignolo e del Serpente non vuole farci provare di nuovo le emozioni della trilogia e le si allontana quasi completamente per ritmo (molto più lento e disteso), struttura (poco spazio dedicato all'azione nell'arena, decisamente maggiore esplorazione del "perché" e del "come" gli Hunger Games hanno nel tempo assunto la loro forma finale) e spirito (quel sentore di ribellione che scorre in ogni pagina della trilogia, qui non c'è: controllo è la parola chiave, non rivolta).
Sicuramente non siamo di fronte ad un romanzo perfetto ed esente da ogni critica: sono certa che ognuno troverà qualche aspetto che non lo convincerà del tutto ma mi sento abbastanza sicura nel poter dire che si tratta di uno dei prequel più ragionati e più consapevoli che mi sia capitato di leggere, che mantiene la coerenza del mondo e riesce ad arricchisce la storia originale rispondendo ad alcune domande che io personalmente mi ero fatta. E per me questo è un successo.
♥ Questo libro fa per voi se... l'universo di Hunger Games vi ha affascinati ma siete pronti ad esplorarlo da un'angolazione molto diversa da quella a cui siete abituati.